L’assunzione di questa responsabilità, nonché la cooperazione tra enti gestori e proprietari di soprassuoli forestali nell’attuazione di politiche ed azioni concrete di mitigazione, contrasto e adattamento al cambiamento climatico, ha consentito l’individuazione di dieci principi guida che sintetizzano il pensiero condiviso tra tutti i partecipanti al Tavolo:
- maggior rewilding nelle riserve naturali e nelle proprietà demaniali, quindi più foreste vetuste o più vetustà per i boschi maturi allo scopo di contribuire a conservare la biodiversità ed a aumentare la resilienza e la resistenza al cambiamento climatico;
- più associazionismo, ovvero accorpamento delle proprietà e delle gestioni in forme consortili, usi civici, associazionismo fondiario e accordi di foresta, in modo da poter operare con superfici e quantità adeguate che consentano più economicità, efficienza e innovazione;
- maggiore naturalità nella struttura delle foreste di proprietà pubblica, dei beni di uso civico e dei consorzi gestite attraverso piani di assestamento al fine di differenziare il patrimonio e il paesaggio e poter disporre di legname più adatto per usi più nobili, conservativi e a maggior valore aggiunto in termini di reddito e di lavoro;
- migliore qualità nel governo a ceduo anche attraverso la promozione e l’introduzione della pianificazione e gestione degli interventi con tecniche operative innovative, anche al fine di contribuire alla mitigazione degli effetti del cambiamento climatico e ridurre la dispersione di CO₂ dal suolo;
- più certificazione di gestione responsabile e sostenibile per far crescere la cultura d’impresa del bosco, responsabilità e qualità della gestione e partecipazione trasparente a tutte le filiere di utilizzo;
- maggiore diversificazione negli usi del legno prelevato affiancando progressivamente all’uso della legna da ardere la destinazione di una parte del legname a usi più nobili e più ricchi di valore aggiunto;
- più formazione tecnica e professionale per alzare la qualità imprenditoriale, tecnica, professionale di tutti gli operatori del bosco, in quanto addetti a beni e servizi di valore comune;
- più ricerca per indagare e monitorare gli effetti dei cambiamenti climatici, favorire la conservazione della biodiversità e le attività di conservazione attiva;
- maggiori risorse pubbliche (e meglio destinate) per remunerare i servizi ecosistemici erogati dalle foreste, i maggiori costi delle gestioni più attente e conservative o eventuali rinunce volontarie alle utilizzazioni da parte di privati, ricordando l’articolo 41 della Costituzione sull’obbligo di indennizzo alla proprietà privata per le limitazioni di interesse generale;
- più governance creando tavoli pubblico-privati e sedi istituzionali adeguate mediante il Centro “Uomini e Foreste”, per governare la complessità degli interessi.
In linea con la Strategia Forestale nazionale, approvata nel 2022, il Gruppo di Certificazione dell’Appennino tosco-emiliano si è dotato di un DOCUMENTO DI POLITICA DI GESTIONE FORESTALE DI GRUPPO (approvato da tutti i membri del Gruppo) che sancisce l’impegno di soddisfare i bisogni della generazione attuale senza compromettere quelli delle generazioni future, garantendo la perpetuità di tutti i valori del bosco, impegnandosi a:
- garantire la perpetuità delle cenosi forestali;
- assicurare la crescita reale effettiva dei propri popolamenti forestali attuando un prelievo di massa legnosa coerente all’accrescimento, anche al fine di garantire il mantenimento o il raggiungimento di livelli di massa legnosa ottimali, contribuendo così positivamente anche al ciclo globale del carbonio;
- adattare le foreste al cambiamento climatico.
In particolare, per quanto riguarda le attività di gestione forestale da attuare il Gruppo fa riferimento ai seguenti principi:
a) mantenere la maggiore funzionalità dei propri popolamenti forestali al fine di consentire, oltre alla produzione legnosa, anche l’erogazione di beni e servizi multifunzionali (e in particolare le funzioni protettiva, ambientale e turistico-ricreativa, conservazione della biodiversità e della qualità del suolo e dell’acqua nonché assorbimento e stoccaggio del carbonio);
b) assicurare la crescita reale effettiva dei propri popolamenti forestali attuando tagli che comportino un prelievo di massa legnosa coerente all’accrescimento, anche al fine di garantire il mantenimento o il raggiungimento di livelli di massa legnosa ottimali, contribuendo così positivamente anche al ciclo globale del carbonio;
c) porre particolare cura, nella predisposizione dei piani di gestione forestale, nella individuazione e tutela di soprassuoli boschivi particolarmente significativi da assoggettare a regimi selvicolturali particolari, al fine di costituire/mantenere boschi “da seme” o boschi “didattici”, individuando, altresì, eventuali emergenze storiche, naturalistiche e ambientali di particolare rilievo;
d) tenere conto, nella gestione dei propri popolamenti forestali, non solo delle condizioni del soprassuolo ma dell’intera biocenosi forestale con riferimento agli aspetti legati alla fauna (anche mediante il rilascio di determinati soggetti arborei o la sospensione delle utilizzazioni in particolari periodi dell’anno) e alla flora protetta o a quella di particolare pregio floristico, cercando di non compromettere le aree di naturale diffusione di determinate specie (salvaguardia di zone umide, ecc.) e comunque mirando a un aumento complessivo della biodiversità;
e) accompagnare e supportare gli interventi selvicolturali con un’analisi degli impatti sui popolamenti boschivi al fine di valutarne gli effetti sull’evoluzione futura, prestando attenzione agli accorgimenti atti a prevenire danni al suolo e al soprassuolo;
f) pianificare, costruire e mantenere le infrastrutture, quali strade e altre vie di esbosco, in modo tale da assicurare l’efficiente distribuzione di beni e servizi e ridurre al contempo gli impatti negativi sull’ambiente;
g) promuovere corsi di formazione, aggiornamento e addestramento per i propri operatori al fine di minimizzare i rischi di incidenti sul luogo di lavoro;
h) impegnarsi a non ricevere né promettere tangenti relativamente alla gestione forestale.